
Esistono diverse paure nei bambini, alcune esistenti dalla nascita, altre legate alla crescita e allo sviluppo e altre che insorgono dopo eventi traumatici.
Le paure nei bambini possono essere divise in tre categorie:
1. le paure innate, presenti dalla nascita;
2. le paure legate alla crescita, che appaiono a diverse età;
3. le paure apprese in seguito ad eventi traumatici o indotte dall’ambiente di vita.
Che cos’ è la paura?
• La paura, come altre emozioni primarie è iscritta nel nostro patrimonio genetico.
• La paura è un campanello d’allarme interno che ci segnala la presenza di un pericolo o di una minaccia nel mondo esterno. Ha il pregio di segnalare i pericoli e di attivare l’organismo dicendoci <> pertanto il suo scopo è quello di attivare comportamenti di protezione come la fuga o l’attacco.
• La paura fornisce la motivazione necessaria alla mobilitazione delle energie, soltanto quando è eccessiva porta a compiere azioni avventate e controproducenti. Una persona senza paura non potrebbe sopravvivere a lungo ad esempio attraversando la strada con il rosso.
• Sotto l’effetto della paura i battiti del cuore aumentano, la pressione del sangue accelera, gli occhi sono sbarrati oppure serrati, le pupille dilatate, le orecchie tese a cogliere ogni rumore sospetto oppure tappate con le mani, la pelle d’oca, intensa sudorazione, sensazione di caldo alla testa, pulsazioni accelerate.
In questo stato di allerta, anche gli organi interni, come intestino e reni, lavorano ad un ritmo vorticoso, tanto da produrre diarrea e disturbi di digestione, gli zuccheri si riversano nel sangue, aumentano le secrezioni da parte dell’ipofisi e della midollare del surrene. Aumentano l’attenzione e la velocità delle reazioni. Più estesa è la situazione che provoca paura, più sembrerà minacciosa al soggetto e più violente saranno le emozioni provate.
Questo sistema psico-fisico migliora la capacità di lottare, oppure di fuggire e di immobilizzarsi, il cosiddetto freezing (in cui si attiva il sistema nervoso simpatico, e i muscoli sono tonici), oppure immobilizzazione/morte apparente (in cui si attiva il sistema nervoso parasimpatico dorsale e vi è afflosciamento muscolare) tipico atteggiamento protettivo assunto dagli animali.
QUANDO NASCONO LE PAURE? PERCHÉ NASCONO?
Le paure nei bambini: Sono stati individuati tre principali stili educativi favorenti l’acquisizione delle più comuni paure nei bambini.
I bambini, infatti, manifestano comportamenti disturbati solo nel contesto di situazioni disturbate. Si tratta di situazioni che, oltre ad offrire contingenze di rinforzo inadeguate, favoriscono l’apprendimento nel bambino di convinzioni, inferenze e valutazioni elicitanti manifestazioni emotive disturbate.
GLI STILI EDUCATIVI INCIDONO:
– STILE IPERCRITICO: è caratterizzato da un’elevata frequenza di critiche rivolte al bambino sotto forma di rimproveri oppure manifestando biasimo nei suoi confronti, svalutandolo e mettendolo in ridicolo. Gli adulti che adottano questo stile educativo, difficilmente notano i comportamenti adeguati del bambino, mentre sono sempre pronti ad evidenziare i suoi errori. Ciò determina nel bambino paura di sbagliare, di essere disapprovato, bassa stima di sé.
– STILE PERFEZIONISTICO: è uno stile educativo sostenuto dalla convinzione che il bambino deve riuscire bene in tutto ciò che fa e che il suo valore (e quello dei suoi genitori) è determinato dal successo che ottiene in varie attività. Nel bambino viene cosi modellato un atteggiamento perfezionistico, che lo porta a temere in modo eccessivo la disapprovazione e la critica qualora non riesca bene in ciò che fa. I bambini educati con questo stile, diventano molto ansiosi quando si cimentano in qualcosa di impegnativo (compiti in classe, esami, gare ecc.) e ritengono di valere qualcosa, solo se riescono bene ed ottengono l’approvazione altrui. Le manifestazioni più frequenti di paura sono, in questo caso, l’ansia scolastica e l’ansia sociale.
– STILE IPERANSIOSO-IPERPROTETTIVO: tale stile educativo è contraddistinto da un’eccessiva preoccupazione dell’incolumità fisica del bambino e tendono a proteggere in continuazione il figlio da ogni minima frustrazione. Nel bambino vengono quindi modellate timidezza e paura trasmettendogli soprattutto queste idee sul fatto che i pericoli sono dappertutto e bisogna stare continuamente attenti; se qualcosa è spiacevole o frustrante bisogna evitarlo ad ogni costo; se accadesse qualcosa di brutto sarebbe terribile; per sopravvivere bisogna assolutamente avere la certezza che le cose vadano bene.
LE MANIFESTAZIONI PIÙ FREQUENTI DELLE PAURE NEI BAMBINI
Le paure nei bambini possono essere divise in tre categorie: le paure innate, presenti dalla nascita; le paure legate alla crescita, che appaiono a diverse età; le paure apprese in seguito ad eventi traumatici o indotte dall’ambiente di vita. La forma primaria di paura nei bambini è la perdita del contatto fisico con la mamma.
A 8/9 mesi si ha paura dell’estraneo.
A 12/18 mesi paura della separazione, che raggiunge il suo apice intorno al 2°/3° anno di vita.
A 3/5 anni arriva la paura del temporale, del buio, dei mostri, delle streghe, di Babbo Natale e della Befana, elementi che affascinano ed al tempo stesso spaventano; paura dei pericoli fisici, di ferirsi, ammalarsi.
In età prescolare la paura maggiore è quella del distacco dal genitore e dell’abbandono legata all’inizio della vita scolastica in comunità. Altra paura tipica di questa età è quella dei personaggi di fiabe e racconti come l’uomo nero o il lupo cattivo.
Durante la fanciullezza e cioè tra i 6/12 anni alcune paure degli anni precedenti possono essere padroneggiate perché ora il bambino ha maggiori competenze, ma proprio perché ora capisce di più, può cogliere altre minacce come quella dei ladri e dei rapitori, dei danni fisici, delle malattie, del sangue, delle iniezioni, della morte e dell’abbandono. Fanno la loro comparsa i timori legati al proprio stato sociale, come scolaro per esempio, e alle interazioni con gli altri: esami, litigi, sopraffazioni, nonché la paura di essere rifiutato dai compagni. Può diminuire la paura degli animali domestici ma può comparire quella degli insetti. La paura degli insetti così come quella degli animali esotici, è spesso associata alla paura dell’ignoto, di ciò che non si conosce e non si padroneggia. Un modo per superare questa paura consiste nel familiarizzare con gli insetti apprezzandone caratteristiche e qualità. Molte delle paure legate a periodi precedenti possono ripresentarsi come regressioni a stadi precedenti dello sviluppo, ciò si spiega con la condizione di instabilità che contraddistingue tutta l’età evolutiva. Dopo un forte spavento, infatti, o di fronte a situazioni angoscianti che si protraggono nel tempo è normale che i bambini regrediscano temporaneamente a comportamenti tipici di uno stadio precedente del loro sviluppo e se ciò avviene è perché in quello stadio si sentivano più protetti e sicuri. Gli adolescenti superano generalmente le paure degli anni precedenti grazie ad una diversa e più complessa visione del mondo. Ciò però non significa che non abbiano delle paure.
Tipiche di questo periodo sono le vertigini, varie paure legate al corpo come quella di arrossire, di avere qualche anomalia fisica e vari timori legati alla sfera sociale e sessuale come: brutte figure, critiche, insuccessi, esami, essere ignorati o rifiutati. Paure per il dolore, la morte, i danni fisici, le deformità e la bruttezza, sono presenti così come la paura di perdere il controllo delle proprie azioni e di parlare in pubblico.
ANDIAMO NEL PRATICO DELLA GESTIONE PAURE: Generalmente, le paure infantili non hanno infatti nulla di patologico e fanno parte del normale processo di sviluppo dei bambini, ma naturalmente è bene fare attenzione, perché se queste vanno ad incidere in maniera significativa sulla loro vita, portandoli a chiudersi, a generare disturbi del sonno, evitamenti, malessere generale, allora è importante non sottovalutarle.
Le paure dei bambini sono potenzialmente infinite e variano anche a seconda dell’età; esistono comunque alcune paure che risultano tra le più diffuse e comuni e, molto probabilmente, una o più di queste hanno riguardato o riguarderanno anche i vostri figli:
• Paura del buio
• Paura dei mostri/fantasmi
• Paura della separazione dai genitori
• Paura della morte
• Paura degli incubi
• Paura dell’acqua
• Paura del temporale
• Paura di stare da soli in una stanza
Ma che tipo di atteggiamento avere di fronte alle paure dei propri figli?
Cosa fare se sostengono che, ad esempio, ci sia un mostro sotto il letto, se non vogliono restare al buio, se provano ansia nel rimanere da soli in una stanza?
Ecco 4 strategie utili per aiutarli (ed aiutarvi) ad affrontare al meglio le loro paure.
1. SPINGETELI A COMUNICARE COSA PROVANO
Piuttosto che fare finta di nulla ed evitare l’argomento, è bene spingere i propri figli a comunicare ciò che provano, chiedendo loro di raccontarci cosa li preoccupa e che forma hanno tali paure. È molto importante descrivere ciò che si prova, esprimerlo a parole o anche tramite un disegno, perché aiuta nella regolazione delle proprie emozioni. Piuttosto che distrarli, cambiare argomento, ignorarli, dovreste dunque mostrare interesse e aiutare i vostri figli a portare fuori ciò che hanno dentro: chiedete loro, ad esempio, come sono fatti questi “mostri”, dove li vedono, raccontate che anche voi a volte avete paura e che non è affatto qualcosa di sbagliato e di anormale.
2. ACCOGLIETE SENZA MINIMIZZARE
È bene dunque ascoltare i vostri figli ed accogliere le loro ansie senza giudizio e senza minimizzare. Sentirsi accolti, infatti, produce effetti positivi, permettendo di affrontare e gestire più facilmente il problema. Può venire spontaneo sminuire e screditare le loro paure, perché si pensa in tal modo di rassicurarli; ecco allora che si usano frasi come: “ma di cosa hai paura? Non fare lo sciocchino, non c’è nulla!”. Invece, sarebbe bene sospendere ogni giudizio, perché anche se a noi le loro paure appaiono irrazionali e insensate, ciò che provano è reale, dunque estremamente valido e importante. Non sono difatti le spiegazioni razionali a tranquillizzarli, ma il sentire la vicinanza del genitore e la sua presenza. Questo non significa che sia giusto alimentare la paura e confermare i timori del bambino, è bene far capire che, ad esempio, quel mostro spaventoso non c’è sotto il letto, ma evitando sempre di deriderlo e di ridicolizzare la sua paura. E, soprattutto, ci deve essere in primis ascolto ed accoglienza, soltanto successivamente si può provare a tranquillizzare e rassicurare.
3. AIUTATELI AD AFFRONTARE ED ESORCIZZARE LE PAURE
Esistono vari metodi che possono aiutare il bambino ad affrontare e ad esorcizzare le sue paure; uno di questi, è il raccontargli delle fiabe prima di andare a letto. Le fiabe rappresentano infatti degli ottimi strumenti che permettono al bambino di identificarsi, elaborare le paure, comprendere che sono comuni e naturali, ed è sempre possibile affrontarle e vincerle. Così, il buono uccide il drago, il bambino supera la paura del buio grazie al suo orsetto, la bambina affronta l’orco cattivo, e così via. Inoltre, l’introduzione di alcuni rituali legati al momento temuto può essere di grande aiuto: se, ad esempio, la paura del bambino è relativa al momento della nanna o si manifesta soprattutto in quella circostanza, è molto utile creare dei rituali della buonanotte che possano aiutarlo a dargli contenimento e sicurezza (ad esempio accompagnarlo nella sua stanza, il racconto della favola, le coccole nel letto, ecc…).
4. NON FORZATELI AD ESSERE CORAGGIOSI MA DATE IL BUON ESEMPIO
È importante non forzare mai il bambino a vincere le sue paure, perché, se è vero che le paure vanno affrontate e si possono superare, non è un bene spingere il piccolo a farlo in maniera affrettata, quasi costringerlo a trovarsi di fronte a ciò che teme. Buttare il bimbo di peso nell’acqua avrà anche funzionato in qualche caso, ma non è certamente l’approccio migliore, tanto che, in molti casi, simili metodi non fanno che acuire le paure ingigantendo in tal modo il problema.
Una cosa che, al contrario, funziona molto bene, è invece il dare voi il buon esempio: trasmettete ai vostri figli che, anche se avete delle paure, provate comunque ad affrontarle, i vostri figli infatti apprendono molto da voi e dalle vostre condotte, dunque è bene infondere sicurezza e trasmettere la capacità di affrontare le comuni difficoltà. D’altronde, ansia genera spesso ansia, quindi imparate prima di tutto ad essere voi capaci di gestire le vostre paure.
Superare le proprie paure aiuta i bambini a crescere e ad essere più sicuri, spesso le paure tendono a scomparire con l’età ma è bene sapere come agire per sostenerli in questo processo ed evitare di acuire il problema.
È importante evitare di essere voi, per primi, spaventati dalle loro difficoltà, mostrando sicurezza e sostegno, elementi preziosi nel costruire un rapporto positivo con i vostri figli e nel farli crescere più sicuri e sereni.
Questi sono solo alcuni piccoli suggerimenti utili per gestire tali fasi che si potranno presentare più volte nella vostra vita familiare.
Per maggiori info leggi altri articoli simili oppure scrivimi per maggiori informazioni.
Arianna Cuomo - Pedagogista
Aggiungi commento
Commenti