
PERCHÉ È IMPORTANTE CHE IL BAMBINO VIVA IN MODO SANO LA FRUSTRAZIONE (0-6 ANNI)?
- Perché la frustrazione è inevitabile nella vita
Se un bambino non incontra mai dei “no”, dei limiti, delle attese… crescerà con l’illusione che tutto debba andare secondo i suoi desideri. Quando poi incontrerà la realtà (scuola, amicizie, regole sociali), crollerà. E spesso reagirà con rabbia, ansia o ritiro.
- Perché impara a tollerare le emozioni spiacevoli
Frustrazione non vuol dire trauma.
Vuol dire non ottenere subito quello che voglio.
Un bimbo che vive queste esperienze con il supporto di un adulto che:
- lo contiene (“so che sei arrabbiato”),
- non cede subito (“non si può adesso, amore”),
- ma resta lì con lui (“io sono con te”),
sta imparando a regolare le sue emozioni. E questa è una competenza chiave per tutta la vita (si chiama autoregolarizzazione emotiva).
- Perché capisce che non è il centro del mondo
Che non significa "umiliarlo", ma insegnargli che anche gli altri hanno desideri, tempi, bisogni.
→ Questo è il nucleo dell’empatia: scoprire che esistono gli altri.
- Perché costruisce resilienza
Ogni volta che un bambino affronta una frustrazione con il supporto dell’adulto, si rafforza:
- impara a non mollare subito,
- trova strategie alternative,
- sviluppa fiducia in sé stesso
ESEMPI PRATICI CON FRASI UTILI
Situazione
Frase utile
· “Lo voglio adesso!”
· “Capisco che lo vuoi, ma non è il momento.”
· “Nooo!” (pianto/rabbia)
· “Sei molto arrabbiato, lo vedo. Io sono qui con te.”
· “Non mi piace!”
· “Puoi non mangiarlo, ma questo è quello che c’è oggi.”
· “Voglio un altro gioco!”
· “Hai già scelto questo. Dopo, se vuoi, cambiamo.”
ATTENZIONE: FRUSTRAZIONE SANA ≠ SOFFERENZA INUTILE
Una frustrazione sana:
- è proporzionata all’età,
- è accompagnata da un adulto presente,
- non umilia, non spaventa, non è rigida per principio.
È sana quando il bambino:
- non ottiene subito ciò che vuole,
- prova emozioni forti (pianto, rabbia, delusione),
- ma ha accanto un adulto presente che lo contiene,
senza cedere e senza sgridare.
Esempio:
- bimbo: “Voglio il biscotto PRIMA di cena!”
- mamma: “Capisco che lo vuoi tanto, ma ora si cena. Dopo ci sarà il dolcetto. Lo so che è difficile aspettare, ma io sono qui con te.”
COSA EVITARE?
- Cedere subito per “calmare” il pianto.
- Minacciare o spaventare (“Se fai così, non ti voglio più bene!”).
- Umiliare (“Ma sei un bimbo grande o no?”).
- Distrarre subito per evitare il conflitto (“Guarda il cartone!”).
COSA FARE INVECE?
- Stare accanto senza risolvere tutto.
- Nominare le emozioni: “So che sei deluso, è normale.”
- Mantenere il limite con voce calma e corpo fermo.
- Dare tempo: il bambino impara a calmarsi con te, non da solo.
💡 RICORDA
La frustrazione non è un problema. È l’allenamento quotidiano alla vita vera.
In sintesi:
Un bambino che impara a gestire la frustrazione diventa un adulto capace di affrontare la vita. E’ tuo compito fargli fare esperienza sana in casa!
Se hai bisogno sono qui per te sia per corsi, auto corsi e sia per una consulenza gratuita che puoi prenotare.
Arianna Cuomo- Pedagogista APEI
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