MIO FIGLIO LANCIA TUTTO!

Pubblicato il 2 aprile 2025 alle ore 12:15

LANCIO DEGLI OGGETTI: PERCHE’ LO FANNO? COSA POSSO FARE PER EVITARLO?

Grande è la felicità che accompagna le iniziali importanti, conquiste del bambino.

Le prime parole, così come i primi passi, vengono festeggiati gioiosamente. Non altrettanto avviene, però, quando il bambino inizia a far cadere gli oggetti…

E se vi dicessi che, per quanto incredibile, anche questa è una scoperta, una condotta motivata e sensata?

Il lancio degli oggetti costituisce una importante tappa dello sviluppo, una fase che più o meno tutti i bambini attraversano e che, vi assicuro, se gestita correttamente ha una durata limitata nel tempo.

Ma partiamo dal principio!

 

Perché i bambini lanciano gli oggetti?

Questa condotta può iniziare a manifestarsi anche prima dell’anno d’età ed ha, essenzialmente, una ragione conoscitiva.

Esatto, avete capito bene: lasciando cadere gli oggetti il bambino cerca di comprendere la realtà.

È probabile che la prima volta ciò accada per caso. Supponiamo che il bambino sia seduto a tavola e, all’improvviso, l’oggetto con cui sta giocando cada a terra. Per toccare il pavimento l’oggetto impiegherà un certo tempo e nel farlo produrrà un certo suono. L’esperienza probabilmente affascinerà il bambino, che, nel tentativo di comprendere il funzionamento del meccanismo causa-effetto, sicuramente vorrà ripeterla!

Teniamo sempre a mente che la ripetizione è il mezzo con cui il bambino apprende. Per questa ragione è probabile che, da quella fatidica prima volta, il bambino inizierà a studiare il misterioso meccanismo della gravità e la fisica dei corpi.

Scoprirà così che alcuni oggetti producono rumore, mentre altri no; che alcuni oggetti rimbalzano, mentre altri rimangono a terra; verificherà persino che alcuni oggetti possono rompersi!

Per quanto possa risultare dura da credere, quindi, lasciar cadere oggetti non è una sfida che il bambino muove all’adulto.

Si tratta piuttosto di una condotta conoscitiva, attraverso la quale il bambino cerca, per così dire, di “prendere le misure”, verificare l’estensione del loro corpo nello spazio e sperimentare le distanze in relazione ad esso.

Tale abilità, inoltre, permette loro di rafforzare il concetto di permanenza dell’oggetto e di esercitare le proprie abilità motorie e la coordinazione oculo-manuale.

Insomma, non intestardiamoci a considerarlo un dispetto: si tratta a tutti gli effetti di una necessità per il loro sviluppo motorio e psicologico.

 

Ulteriori cause

Di frequente si registra un intensificarsi di tali condotte tra i 18 mesi e i 3 anni.

È opportuno segnalare che spesso, intorno a questa età, le sue ragioni possono essere più complesse e diversificate.

In questo caso, il suggerimento che mi sento di offrirvi è di trattenervi dal re-agire e sforzarvi di osservare la condotta del vostro bambino. Sarà questa a rivelarvi le ragioni di fondo all’azione.

Probabilmente scoprirete che il vostro bambino era in quel momento particolarmente stanco, frustrato o annoiato e che, non avendo ancora le capacità linguistiche per esprimere questo suo sentire, ha adottato questa modalità alternativa di comunicare con voi.

Questa consapevolezza sarà per voi un nuovo punto di partenza dal quale iniziare ad agire.

 

CONSIGLI PER LIMITARE ED ELIMINARE QUESTO COMPORTAMENTO.

Alcuni consigli per attraversare questa fase ( 6 mesi - 12 mesi)

Riguardo agli esperimenti compiuti dai più piccoli, trovo esemplare l’episodio riportato da Maria Montessori in  Il bambino in famiglia:

“Sembrava che la bambina avesse uno scopo nel far cadere il sonaglio e nel rivolerlo subito dopo […] la madre saggia si limitava a raccogliere pazientemente e restituire il sonaglio. Prendeva parte, così, all’attività della sua figliolina e capiva la grande importanza che aveva per lei il ripetersi di questo esercizio”.

 

Questo non significa, naturalmente, lasciare che il bambino getti ogni cosa a terra, mettendo in pericolo gli oggetti e se stesso.

 Il segreto sta nella prevenzione.

Invece di cercare inutilmente di impedire al nostro bambino di lanciare oggetti, concentratevi sul limitare ciò che può lanciare e dove.

Lasciate a sua disposizione solo materiali sicuri e offritegli delle attività che soddisfino questo suo bisogno di scoperta e di crescita. Oltre a palline di vario materiale e grandezza è possibile, ad esempio, cucire piccoli sacchetti di stoffa riempiti di legumi secchi.

E quando il bambino getta qualcosa di inappropriato?

Centrale sarà la vostra risposta: niente sorrisi né, all’opposto, rimproveri. Sarà sufficiente fermare la condotta ribadendo in modo serio ma senza rabbia: “No, il libro si legge, non si getta.”

Se la condotta dovesse reiterarsi, meglio togliere l’oggetto: “Così si rompe e non potremmo più utilizzarlo. Adesso lo metto via“.

Se il momento lo consente sarà possibile proporre al bambino l’alternativa lecita: “Vedo che vuoi tanto lanciare. Vuoi fare questa bella attività?

È molto probabile che questo processo debba essere ripetuto molte volte prima che la regola si radichi nel bambino, ma niente paura: i risultati arriveranno.

Altrettanto importante sarà la coerenza dimostrata dagli adulti di riferimento. Un limite giusto deve essere rispettato da ogni membro della famiglia per essere interiorizzato.

 

SOLUZIONI PER I BAMBINI PIù GRANDI 15 MESI +

Come detto, il lancio degli oggetti può essere una condotta adottata dai bambini più grandi quale forma di comunicazione.

La via più efficace, in questi casi, consiste nell’aiutare il bambino a dare voce al proprio sentire.

Se, ad esempio, nel bel mezzo di una attività il bambino improvvisamente getta via il materiale, è possibile che ciò sia dovuto alla frustrazione di non riuscire a svolgere il compito.

In questo caso un possibile intervento consiste nell’avvicinarsi e con calma dirgli: “Mi sembri frustrato… La torre non sta dritta? Puoi dirmi ‘Aiuto’ se hai bisogno di me” e, volendo, aggiungere: “Non roviniamo i cubi. Magari mettiamoli via per un po’“.

Così facendo lo aiutiamo a prendere consapevolezza del suo stato d’animo e della sua condotta, responsabilizzandolo rispetto ad essi ed aiutandolo a dargli voce.

 

 

RICAPITOLANDO SCHEMATIZZO DEI PUNTI PER FACILITARE NEL PRATICO IL GIUSTO COMPORTMENTO DA ADOTTARE:

  1. Guardate il piccolo negli occhi e ditegli che non si fa

Quando il bimbo sembra lanciare di proposito un oggetto addosso a qualcuno, per prima cosa è importante fargli capire subito, in modo chiaro, che non è un comportamento accettabile. Secondo la psicologa, è opportuno prenderlo in braccio e cercare il contatto visivo dicendo con calma: 'No, non si fa! Capisco che sei arrabbiato ma non puoi distruggere casa o far male alle persone!'.

"In questa fase di vita del nostro bambino, intorno ai 18 mesi, ma anche dopo, è fondamentale che i messaggi siano brevi per essere efficaci perché il piccolo non riesce a elaborare discorsi troppo lunghi".

  1. Osservate il bimbo e cercate di individuare in quali occasioni lancia gli oggetti

Per mettere fine a questi episodi che possono avere conseguenze negative per chi è intorno al pargolo 'lanciatore' (o per la casa!), è fondamentale osservarlo con attenzione.

"Monitorare in quali contesti avvengono questi comportamenti o in che periodo della giornata è molto importante per risolverli. Occorre anche tener presente i bisogni del bimbo: a volte, in città, non ha abbastanza occasioni di stare in uno spazio libero dove dare sfogo alle sue energie".

Sarebbe utile capire se il bimbo tende ad attuare questo comportamento in relazione a persone particolari perché potrebbe essere una reazione di fastidio, insofferenza, o stanchezza. (Fratellino, nonno, cuginetto, compagno di un genitore separato..).

  1. Se il bimbo scaglia gli oggetti quando è arrabbiato,

occorre aiutarlo a gestire le emozioni

Se osservando il bimbo, il genitore comprende che il lancio di oggetti è una manifestazione di rabbia, è indispensabile aiutarlo a 'nominare' le sue emozioni. Questo significa accompagnarlo gradualmente a riconoscere i suoi stati d'animo.

Allo stesso tempo, è necessario spiegare che tutte le emozioni sono accettate (per esempio: 'La mamma ti capisce, sei arrabbiato... stanco... felice! ma alcuni comportamenti no.

Una possibile strategia in questi momenti è anche quella di provare semplicemente a distrarlo proponendo un gioco per lui attraente. In questo modo, è possibile spostare la sua attenzione verso un'attività adeguata.

  1. Ogni piccolo è diverso e ha i suoi tempi

 ma alla fine impara ad autoregolarsi

In ogni caso, è bene tenere presente che non esiste una ricetta unica per tutti: "ogni bambino ha la sua individualità e va rispettata"!

A volte, il bimbo agisce così, per esempio, per il semplice fatto che si sente trascurato o vuole attirare l'attenzione dell'adulto. E, se lancia un oggetto in modo brusco, molto probabilmente il genitore non gli toglierà gli occhi di dosso.

In questa fase, un accorgimento,semplice ma utile, è quello di prevenire certi comportamenti tenendo fuori portata oggetti che potrebbero essere pericolosi (a tavola, per esempio, meglio fare attenzione a dove si appoggiano le stoviglie e, in generale, soprammobili e oggetti pesanti devono essere ben riposti).

Comunque, la tendenza a lanciare gli oggetti è una fase transitoria (peraltro diffusa) che molti bimbi attraversano. Ai genitori può sembrare durissima ma piano piano il bimbo capisce l'effetto dei suoi comportamenti e diventa capace di autoregolarsi.

  1. Lasciate al bambino la libertà di sperimentare

 purché non faccia male a sé e agli altri

E’ importante lasciare al piccolo la possibilità di sperimentare purché non faccia male a se stesso e agli altri.

"In questa fascia d'età, il bimbo attraversa il periodo senso-motorio, come l'ha definito il noto psicologo J. Piaget: vuole esplorare il mondo e osservare l'effetto delle sue azioni.

Per lui è una soddisfazione sentire il rumore che fa quell'oggetto quando cade, o osservare quanto va lontano, si sente, finalmente, efficace nell'agire sul mondo.

In conclusione

Per quanto apparentemente semplice, è perfettamente normale che tali condotte mettano alla prova l’adulto.

Il mio intento qui è però quello di dirigere la vostra attenzione sul modo in cui leggiamo questi comportamenti.

Sfide, dispetti, capricci... Molti sono i modi in cui vengono tradizionalmente definiti. Essi sono invece, molto più semplicemente, forme di comunicazione, tanto dei propri bisogni di crescita quanto delle proprie difficoltà.

Sta a noi adulti comprenderlo e aiutare i più piccoli ad adottare condotte più consone ed efficaci.

Leggi altri articoli utili nel mio sito web oppure contattami!

Dott.sa Arianna Cuomo

 

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