
Il "NO" Educativo! COS'è E COME SI APPLICA?
Questa è una delle cose più importanti che dovete insegnare fra il
primo e il secondo anno d’età. Vi saranno sempre degli oggetti che
non potranno toccare: le lampade sui tavoli, tovaglie, vetri, il forno
caldo, la chiavetta del gas, arrampicarsi sulla finestra anche se è tanto
attraente!!!
QUANDO NASCE LA COMPRENSIONE DELLA PAROLA NO?
Solo dopo i 12 mesi di vita il bambino può comprendere il NO e può
anche iniziarlo a manifestare per comunicare un suo atto di volontà!
COME FARE ALLORA PRIMA DEI 12 MESI DI VITA E ANCHE DOPO?
PRIMA FASE: DISTRARRE
La DISTRAZIONE è l’arma da utilizzare per il primo anno di vita. Non vi
sgolate a urlare No ai vostri figli.
I bambini di un anno sono così impazienti di scoprire tutto il mondo
che stanno a guardare dove comincia e dove finisce. Devono sentirsi
liberi di farlo eliminando pericoli o guidandoli ad evitare disastri!
Ad esempio: Anche se sono tutti intenti a guardare un mazzo di
chiavi e metterlo in bocca, riuscirete a farglielo abbandonare dando
loro un frullino per le uova. Distrazione messa in atto!!!
Il fatto che si distraggano con tanta facilità consente ai genitori di
guidarli al non si fa questo ma altro: l'arma da usare è la Distrazione.
SECONDA FASE: ACCOMPAGNARE IL NO DA GESTI, PAROLE
OGGETTI.
Non basta dire “no”.
Non potete fermarlo dicendo di no, almeno non all’inizio. Anche più
avanti, dipende dal vostro tono di voce e dalla frequenza con cui lo
dite. Non è un metodo di cui potete fidarvi troppo, finché non ha
capito per esperienza che cosa vuol dire e che cosa volete da lui.
Non dite “no” con tono di sfida, restando all’altra estremità della
stanza perché gli offrirà la possibilità di scegliere. Egli si dirà: “Devo
essere un topo e fare come dice la mamma, oppure devo essere un
uomo e afferrare il cordone della lampada?” Ricordatevi che il suo
istinto lo incita a far tentativi e a burlarsi degli ordini. ( non è sfida ma
atto di crescita verso l’autoderminazione!).
TERZA FASE: ALLONTANIAMO FISICAMENTE CON AMORE IL
BAMBINO
È probabile che continui ad avvicinarsi allo specchio tenendovi
d’occhio, per vedere quanto vi stizzite.
È molto più prudente, le prime volte che il bimbo si avvicina
all’oggetto che non deve toccare ( speccio, vetri, lampade etc..),
arrivate subito e attirare il piccolo verso un’altra parte della stanza
dandogli una alternativa: subito dategli una rivista, una scatola vuota,
una qualsiasi cosa innocua e interessante. Mi raccoando gli oggetti di
alternativa devono essere attraenti e interessanti.
Supponiamo che ritorni all’oggetto dopo pochi minuti. La seconda
volta è meglio trasferirlo e distrarlo che ridirgli “no”. Toglietelo via e
distraetelo di nuovo, con prontezza, decisione e allegria. Va benissimo
dire: “No, no” intanto che lo allontanare, rinforzando la vostra azione
per prudenza. Sedetevi con lui un minuto per dimostrargli che cosa
può fare col nuovo gioco. Se necessario, mettete l’oggetto fuori della
sua portata questa volta, o anche portatelo via dalla stanza. Gli
dimostrerete così con tatto di essere assolutamente sicura, dentro di
voi, che l'oggetto non è una cosa per giocare.
State lontani dalle contraddizioni, dalle occhiatacce, dai rimproveri,
dalle alternative che non fanno mai bene, ma che gli fanno soltanto
alzar le spalle.
DUBBI GENITORIALI PER QUESTO METODO:
Direte: “Ma lui non imparerà, se non gli insegno che è cattivo”. Certo
che imparerà. Infatti, accetterà la lezione più facilmente, se è fatta in
modo deciso coerente da tutti i caregiver.
Quando scuotete un dito al suo indirizzo dall’altra parte della stanza
con aria di disapprovazione e dite: “Noooh” e magari il bambino non
ha ancora imparato che “no” vuol dire “non si può continuare questa
azione”, gli rendete difficile rinunciare.
E non va affatto meglio se lo afferrare, lo tenete a faccia a faccia e gli
fate un bel discorsetto, perchè non gli offrite la possibilità di
rinunciare con buona grazia o di dimenticare. La sua sola alternativa è
di arrendersi umilmente o di sfidarvi.
La pazienza è la nostra alleata sempre . La costanza determina il
cambiamento. Il tempo dimostrerà i frutti del nostro duro lavoro!
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Arianna Cuomo - Pedagogista
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